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Riccardo A. Andreoli

BLOG

Round the World 2005 - 3

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New Zealand

New Zealand - 25 Marzo 2005 - Auckland

Oh mamma, mamma, mamma, che differenza! In tre ore di volo sono rotolato giù dalla terra dell'estate senza fine, dove ho vissuto negli ultimi due mesi, in pieno, piovigginoso autunno. Ieri sera lunga passeggiata ad Auckland, con pantaloni corti, t-shirt e sandali, ed era, beh, frizzante! Ho scambiato una notte con l'aria condizionata quasi sempre accesa, con una con la copertina, e felice di averla! E il suono delle onde fuori dalla mia finestra (beh, non proprio l'ULTIMA notte, ma così vicina da ricordarla bene), con il ronzio del traffico.

Credo che quasi imparerò ad odiare questi neozelandesi. Solo per pura e semplicissima invidia. Vivono le loro vite occidental-normali, lavorando, guidando, con i problemi che quasi tutti hanno nel mondo, e ad un certo punto decidono di andare in vacanza e in tre ore di volo, e molto a buon mercato visto che sono così vicini, fanno il viaggio opposto e si immergono nella terra dell'estate senza fine eccetera.


In ogni modo, borbottii a parte. E' ormai fatto compiuto per cui lo annuncerò semplicemente.

Ho prenotato l'ultimo posto rimanente in un viaggio a bordo di una barca in cui vivere ininterrottamente, solo per noi subacquei, dal 2 al 7 Aprile, a Three Kings Island, nella parte che più a nord non si può dell'isola del Nord della Nuova Zelanda. Un posto favoloso, selvaggio, la fama del quale ha raggiunto perfino me, in Italia, dall'altra parte del Mondo.

I bersagli saranno principalmente Marlin, e naturalmente Tonni, e Ricciole dalla Coda Gialla e snapper buttati nel mucchio per aumentare il divertimento.

Vedremo. Per ora sto pensando di lasciare i bagagli subacquei in un deposito, comprare uno zaino e di vagare per una settimana per la Nuova Zelanda prima di saltare a bordo.

New Zealand - 26 Marzo 2005 - Auckland

Così, ora sono un turista. Di conseguenza, come prima cosa, una passeggiata in centro ad Auckland e l'inevitabile Sky Tower.

Quindi l'eccitante (per me) National Maritime Museum.

Con le canoe Maori di tutte le dimensioni, da quelle di uso quotidiano a quelle giganti, usate per raggiungere la Nuova Zelanda, con a bordo tutto quanto necessario per una nuova colonizzazione.

E con affascinanti ricordi di tutto quanto, ed è tanto, colleghi la Nuova Zelanda con l'Oceano.

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Volti di balenieri

New Zealand - 27 Marzo 2005 - Auckland

Oggi, dopo una lunga sessione in Internet per decidere cosa fare e per soddisfare i miei piedi desiderosi di vagabondaggio, ancora turismo.

Prima di tutto Kelly Tarlton’s Antartic Encounter and Underwater World. Era Pasqua, un sacco di gente in giro, e così mi sono rifiutato, dopo mezz'ora di attesa per entrare, di aspettare ancora per vedere l'Antartico e i pinguini. Peccato perché avevo visto, sulla piccola mappa fornita, una stanza etichettata Orche. Anche se non credo che avessero davvero delle orche vive laggiù.

Era in ogni modo interessante la ricostruzione in replica della capanna Antartica del 1911 di Scott.

La cosa più interessante, in ogni modo, è stato l'Acquario. Con un tunnel trasparente con i pesci che nuotavano sopra ed attorno ai visitatori.

E un curioso e pigro GROSSO snapper, proprio dall'altra parte del vetro, che guardava me con curiosità,

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Quindi l'Auckland Museum, bello, imponente, su una grossa collinetta erbosa. Dentro un sacco di cose interessanti. Più di quante ne possa scrivere e mostrare qui. Tra le altre, la ricostruzione di un'aula di più di un secolo fa (è cambiato davvero tanto?), una fantastica esibizione scientifica per persone di ogni età desiderose di imparare, l'incredibile ricostruzione di una cittadina dell'800. E un mucchio di accorati, cari ricordi delle guerre europee.

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New Zealand - 28 Marzo 2005 - in treno

Ho deciso di andare a sud. E con il treno, quasi 11 ore di viaggio per Palmerston North

Perché Palmerston? Perché vicino ci sono le colline, dove è possibile percorrere alcuni dei sentieri di cui i Neozelandesi sono così giustamente fieri.

Con più tempo a disposizione avrei potuto fermarmi al National Park, dove ci sono sentieri incredibili di due, tre a più giorni...

E perché il treno? Perché io amo il treno. Ti dà il tempo di ammirare il terreno, lentamente. Con quella forse assurda convinzione che andare piano ti permette di meritarti il viaggio. Senza quel troppo facile effetto magia-tappeto-volante dell'aeroplano. Guardando la gente che cambia intorno a te. apprezzando il viaggio.

E il viaggio è davvero meraviglioso. Un sacco di arcobaleni (pioggia? Sempre!). Gli alberi nelle montagne impressionanti. E, scusate neozelandesi, miliardi di quanto un turista si aspetta dalla Nuova Zelanda: pecore. E bovini. E qualche volta cervi.

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New Zealand - 28 Marzo 2005 - Palmeston North

A Palmerston North dormo da Ann Keith’s B&B. E' altamente raccomandato. In una incantevole vecchia villetta. E guardate al tavolo del breakfast! Marmellate fatte in casa...

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New Zealand - 29 Marzo 2005 - Palmeston North

Questa mattina ho affittato una mountain bike, ci ho fatto quasi 16 km di strada, in mezzo a pascoli incantevoli e sonnolenti e mi sono arrampicato su per il Manawatu Gorge Track, 3/4 ore di camminata. Mi sentivo in forma così, anche con la pioggia che cadeva, mi sono messo in pantaloncini e maglietta e ho corso su per il sentiero con lo zaino in spalla per quasi un’ora. Poi la pioggia era troppo forte, l’appoggio dei piedi sulle radici bagnate troppo scivoloso, NON volevo storgermi una caviglia a due giorni dal viaggio ai Three Kings, e mi sono fermato. Non ho davvero idea, nel percorso, dove sono arrivato.. il sentiero era troppo fitto d’alberi perché il mio GPS potesse ottenere più qualche veloce sbirciata ai satelliti così non ho davvero idea. Dalla mappa che mi hanno dato all’information point probabilmente fin quasi in cima. Quindi, sotto pioggia battente, mi sono cambiato con vestiti caldi e asciutti e, con tranquillità, ora con la macchina fotografica in mano, sono lentamente sceso.

 

Intorno al sentiero una foresta meravigliosa, fitta, scura, rigogliosa. Con alberi enormi, palme, felci ovunque. Spettacoloso!

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New Zealand - 30 Marzo 2005 - Wellington

Sono arrivato a Wellington ieri notte, il 30, con un autobus, tanto per cambiare.

Ho scoperto che il soprannome della capitale di "Windy Welly" è davvero BEN meritato!

Sono più di dodici ore che sta piovendo DAVVERO forte e il vento è senza requie.

New Zealand - 31 Marzo 2005 - Wellington

Un giorno di visita a Wellington. So che il tempo è troppo poco ma questo è tutto il tempo che ho.

Bella città, è la capitale e si vede facilmente. Ha vecchie case deliziose, annidate tra nuovi palazzi giganteschi in una mistura strana ma affascinante.

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Ma faceva FREDDO! PIOVEVA! Tirava VENTO!

Nel giorno che sono rimasto lì sono schizzato da un museo all'altro solo per stare al riparo dal tempaccio. Il primo era il Museum of Wellington City and Sea. Abbastanza interessante, con un sacco di dati sulla vecchia Wellington. E poi sono piombato dentro al colossale Te Papa, il  Museum of New Zealand. All'interno del gigantesco edificio una esposizione molto interessante: Qui tutto bene – The Italians in New Zealand.

Con storie, felici e no, qualche volta francamente commoventi, di italiani emigrati quaggiù.

E l'obbligatoria esposizione scientifica. Come al solito, splendidamente presentata e ricca di ogni desiderabile informazione sull'argomento.

Davvero stupefacente.

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New Zealand - 1 Aprile 2005 - Auckland

Sono di ritorno ad Auckland, dopo la mia breve visita a Wellington.

Finalmente sono di nuovo al SOLE! E se non è proprio caldo non è freddo! Bello!

Nel pomeriggio, dopo il volo da Wellington, una visita a Devonport, una morbida, sonnacchiosa cittadina dall'altra parte del braccio d'acqua. Ha meravigliosi panorami di Auckland e un mucchio di antiche case vittoriane. Non fosse per il sole ti aspetteresti che Mary Poppins uscisse da una porta qualunque. Affascinante.

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se sembra che che stia blaterando (e probabilmente è vero) è perché non ci sono con la testa su queste cose. E' perché sto aspettando. Aspettando che domani cominci.

Domani parto per il viaggio ai Three Kings Islands, lontano a nord.

Non voglio dire nulla.

Dovrei essere di ritorno il 7 di Aprile. Ci vediamo dopo il viaggio.

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New Zealand - 2 Aprile 2005 - sulla strada per Three Kings

Oggi è il primo giorno del viaggio. La partenza del gruppo è al negozio WildBlue, ad Albany, 20 km dal centro di Auckland.

Da qui ci spostiamo a Mangonui, quattro ore di automobile verso nord.

Sonnacchioso bel piccolo paesotto, ci arriviamo quasi al tramonto.

Qui troviamo la nostra nuova casa per i prossimi cinque giorni.

E' Cascade, una robusta barca di 54 piedi, con due affidabili motori Caterpillar di 435 cavalli ciascuno.

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MA, proprio prima di salire a bordo, arriva sbuffando al molo una barca più piccola e, proprio lì, sotto i nostri nasi, nella marea bassa, un Marlin!

Una volta pesato si è rivelato un perfetto (per noi) pesce di 90 chili.

Sono assolutamente sicuro che tutti noi, guardandolo con occhi bramosi, stavamo immaginandoci tale magnificenza di fronte a ciascuno di noi.

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Ora, io sono, come credo un sacco di pescatori in generale e pescatori subacquei anche, un po' scaramantico e sono attento a segni di fortuna o sfortuna.

E mi salta in mente che OGNI VOLTA che arrivavo in un posto, pieno di speranza di trovarci un marlin, HO DAVVERO trovato un marlin che mi attendeva appena arrivavo lì.

Come se qualche sconosciuto dio marlin volesse solleticarmi, riempiendomi di speranze selvagge - vedi, ci sono, guardali, guarda come sono meravigliosi - solo per poi demolirle in pezzettini minuscoli nel momento in cui più tardi avessi tentato di prenderne uno.

E' successo OGNI VOLTA.

E' successo in Venezuela e nessun marlin per me.

E' successo anche in Vava'u, a Tonga, e ancora nessun marlin per me.

E succede di nuovo adesso, per la terza volta, qui in Nuova Zelanda.

Comincio ad avere pessime previsioni per questo viaggio... almeno per quanto riguarda il marlin...

 

In ogni modo partiamo che è quasi notte e continuiamo a viaggiare per diverse ore prima di fermarci in una baietta e dormire.

New Zealand - 3 Aprile 2005 - Three Kings

Giorno numero due. Il tempo è buono e le previsioni per domani sono anche meglio.

Siamo tutti interessati principalmente ai Marlin e così cominciamo a pescare Marlin. Lunghe ore passate ad attendere che il marlin appaia, navigando lungo i bordi esterni del Pandora Bank, 28 miglia nautiche a ovest di Capo Reinga e 42 miglia dal luogo dove abbiamo dormito.

Con fantastici incontri lungo la rotta: una foca, che ozia in superficie, proprio sotto un singolo speranzoso gabbiano; un grande pesce luna, raggiunto dopo una lunga caccia nuotandogli dietro con la macchina fotografica.

Ma nessun avvistamento di marlin nell'aperto Oceano.

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Arriviamo nel gruppo dei Three Kings nel pomeriggio. C'è una periodo di stanca dopo lunghe ore di concentrazione: l'arrivo ad una destinazione decisa e sperata, il pensiero di cambiare tipo di pesce da pescare, qui ci sono gli ENORMI Yellowtail Kingfish, o, come dicono qui, "kingie".

Ed è ORA che il Marlin colpisce!

Proprio sotto le pareti a picco una fulminea forma subito sotto la superficie, un brillante lampo blu, nessuno pronto a saltare in acqua e, in pochi secondi, in mezzo ad urloni, tutto è finito. Andato!


In ogni caso il tramonto è fenomenale, con il sole proprio dietro l'isola più esterna. E, in questa grande barca piena di sorprese, questa notte ceneremo con bistecche cotte al barbecue!

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New Zealand - 4 Aprile 2005 - Three Kings

Giorno numero tre. Oggi il tempo è perfetto. La superficie dell'oceano è completamente piatta, il sole che scintilla. Magnifico. (Un commento personale: finalmente!).

Ancora caccia al Marlin, di nuovo dirigendoci a sud per 16 miglia verso il Pandora Bank.

Dalla cima della barca sono lì tranquillo ad oziare quando vedo alcuni uccelli che volano in circolo, quindi una macchia scura sotto di loro. E' una massa galleggiante di kelp, un'alga. E, intorno, veloci pesci multicolori che saltano: mahimahi o lampughe (Coriphena hippurus).

Da quello che vedo non sono proprio grosse così rimango lì in cima guardando giù a subacquei che schizzano a tutta velocità nell'acqua in un'assoluta confusione e annodamento di sagole e boe.

Sarà solo qualche tempo dopo che mi diranno che i mahimahi, certamente a causa dell'acqua fredda, sono così rari che il più grande preso oggi, di circa 7 chili e qualcosa, potrebbe davvero essere un record Neozelandese! Di qui l'entusiasmo...

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Con zero avvistamenti nell'intera giornata ritorniamo a dormire ai Three Kings in un glorioso pomeriggio.

New Zealand - 5 Aprile 2005 - Three Kings

Giorno numero quattro.

Molto presto alla mattina cominciamo a pescare, immergendoci dalla barca, usando per gli spostamenti il piccolo gommone. Qui ci sono i kingfish, le famose grandi ricciole codagialla (Seriola lalandi – un Carangidae, cugino stretto della nostrana ricciola) dei Three Kings!

L'acqua è verde e fredda, è giù più o meno sui diciotto gradi. La corrente gelata del sud che bagna la Nuova Zelanda porta acque fredde dai dintorni del Polo e la spinge fin quassù.

Individuo un'isoletta su una punta, e, nella bassa luce dell'alba, mi immergo a ripetizione dentro a un fitto branco di mangianza che si arrotola su se stesso in onde e raggruppamenti di piccole forme azzurre. Talora, mescolate lì in mezzo, una forma più grande, su una rotta diversa, più rettilinea, il kingfish! Non davvero grandi ma interessanti.

Ne ho preso una di 17,3 kili (così dice la bilancia a bordo).

Non proprio qualcosa di cui essere orgoglioso ma è stato il mio primo Yellowtail Kingfish.Gli altri non prendo nulla di eccitante o di più grande.

Dopo una pantagruelica prima colazione, perfino con abalone appena prese in costa e cucinate sul momento, di nuovo pesca al Marlin. Ci dirigiamo verso i Kings Bank, a venti miglia nautiche a nord delle isole. Nessun Marlin!

 

In serata (per disperazione?) cominciamo a pescare con le canne a fondo (180 m) e prendiamo qualche pesce interessante. Il più grande un massiccio Hapuka (Polyprion oxygeneios - parente stretto della nostrana cernia di fondale) di 35 chili preso da Frank, il mio compagno di coppia nella pesca al Marlin.

Attorno uccelli molto interessati a tutta questa attività, anche un orgoglioso grande Albatro, proprio a pochi metri da noi.

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New Zealand - 6 Aprile 2005 - Three Kings

Giorno numero cinque.

Di nuovo pesca subacquea all'alba. Questa volta con intenzioni ben più serie. Sul versante nord. Tutti vogliono un Kingfish gigante.

Io l'ho trovato, uno spettacoloso, enorme pesce, di probabilmente più di quaranta chili, in un un piccolo gruppo di quattro o cinque, con una cicatrice bianca sulla schiena, proprio dietro alla pinna dorsale. Forse uno squalo? Ma ho vagabondato troppo lontano dalla barca e mi richiamano indietro presto.

Gli altri nemmeno hanno fortuna. Solo un Kingfish, più piccolo del mio.

Quindi lasciamo le isole dei Three Kings e ci dirigiamo a sud per il lungo ritorno a casa. Ci muoviamo vicini all'orlo ovest del Pandora Bank, sperando sempre nel marlin, ma senza risultati.

Dormiamo nello stesso posto dove abbiamo dormito dirigendoci a nord, a metà strada da Mangonui.

Ancora pesca a fondo notturna, ma questa volta snapper!

Un uccellino, confuso dalla luce capitombola a bordo ma è salvato, messo in un posto scuro cosicché possa riabituarsi al buio della notte, ed ecco che vola via!

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New Zealand - 7 Aprile 2005 - - Three Kings - Mangonui

Giorno numero seiUltimo giorno.

Pian piano andiamo a sud, con una lunga deviazione al largo, quindici, venti miglia dalla costa, come ultimissima speranza di trovare un marlin.

E abbiamo davvero trovato un marlin questa volta. Al penultimo turno di subacquei dell'ultimo giorno.

Una pinna nell'acqua, una veloce sagoma grigia, urla selvagge, due subacquei che saltano in acqua, l'adrenalina, sono sicuro, alle stelle.

Dalla barca non vediamo bene ma Kerry si immerge e risale con il fucile scarico. Ha sparato!

Ma le boe a cui tutti stiamo guardando rimangono con folle placidità sulla superficie. Nessuna cattura, il marlin è andato via, nemmeno sfiorato da un tiro della disperazione.


Fine della storia. Siamo tornati a Mangonui nel pomeriggio, proprio in tempo per l'ultima fotografia del gruppo. Nessun marlin.

E mentre tutti stanno partendo, la parole più usate sono "la prossima volta"... Per loro che qui ci abitano!

Vi concedo tre seri tentativi ai miei precisi sentimenti a quelle parole.

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New Zealand - 9 Aprile 2005 - Auckland

Sono di ritorno ad Auckland, pianificando le mie mosse future.

Qualcosa NON collegato alla pesca subacquea.

Per qualche ragione non voglio guardare di nuovo all'Oceano per un po' di tempo...

New Zealand - 10 Aprile 2005 - Auckland - Kaikoura

Oggi, dopo un paio di giorni a riposare dopo il viaggio a nord e a studiare, presto la mattina, parto per l'Isola del Sud.

OK, ho mentito. Non era vero che non volevo vedere di nuovo l'oceano per un po' di tempo.

Il mio bersaglio è Kaikoura, dove c'è la più grande fossa sul fondo dell'oceano di tutto l'emisfero sud.

Non è solo un più o meno astratto interesse nell'oceanografia. Lì, attratte dai nutrienti portati su dalle profonde correnti fredde, ci sono le Balene!

Nel volo per Christchurch abbiamo il sole quasi direttamente dietro di noi e voliamo di fianco ad un'ombra fantasmica del nostro aereo ammantellata in un turbine di arcobaleni.

All'aeroporto in pochi minuti riesco a prendere un bus per Kaikoura dove arrivo nel primo pomeriggio.

Dopo un breve giro della piccola cittadina sono pronto per le avventure dell'indomani.

Dormo all'Albatross Backpacker Inn.

Il proprietario è un ironico placido australiano che ama i cani. Il suo piccolino, un Chihuahua bianco dal pelo lungo, sotto il gigantesco sorriso di una balena blu, vi osserva dai libri e dalle cartoline dappertutto in città.

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New Zealand - 11 Aprile 2005 - Kaikoura

 

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Mi sveglio prestissimo, all'alba, e vago senza fretta per le strade vuote.

E' chiaro che il grosso affare qui sono i mammiferi marini. Delfini e foche saltano eternamente dai tetti. Balene, capodogli e orche ti sorridono da ogni angolo.

E, sullo sfondo ma solo dal punto di vista geografico, spettacolose montagne, con la neve sulla cima, in acuto contrasto con l'oceano sopra cui giganteggiano.

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Prendo il primissimo viaggio in una barca per il whale watching, alle 7 e un quarto e, sulla superficie piatta, sono così fortunato da vedere, da vicino, un magnifico, enorme capodoglio (Physeter macrocephalus).

Dapprima stava solo respirando, con il suo caratteristico soffio in avanti. Quindi, dopo un'ultima enorme inspirazione che l'ha fatto emergere di più, si è immerso, la coda enorme che si curvava al rallentatore sulla superficie in un arco, nonostante tutta la sua massa, elegante e rilassato.

L'ecoscandaglio ci diceva che sotto di lui c'erano più di 1200 metri d'acqua.

Non voglio nemmeno COMINCIARE a raccontarvi tutti i pensieri che hanno attraversato la mia mente di subacqueo in quei momenti.

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Dopo questo sono così beato che decido di incollare insieme differenti attività, una corsa-passeggiata su ed intorno le alte pareti al termine della penisola di Kaikoura, una fermata al punto panoramico proprio in cima ad essa e, soprattutto, una lunga, seria visita alla colonia di foche da pelliccia che c'è lì.

Puoi vedere bene le foche quando c'è bassa marea e puoi camminare proprio di fianco a loro, sdraiate qui e lì e addormentate sulle rocce calde, e sono stato tanto fortunato da avere alle 12.45 la bassa marea.

Così, pantaloni corti, zaino e via a correre.

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La colonia di foche è proprio sulla strada. Cammini vagando per le rocce piatte cercando di trovare le foche che, quando hanno la pelliccia asciutta, hanno quasi lo stesso colore del terreno.

Ma, imparato il trucco, e con un po' di vento, è molto facile trovarle.

Le foche, signore e signori, puzzano! Tre quarti di cane bagnato e un quarto di pesce. O viceversa.

Liberissimi di non crederci ma ne ho davvero trovate tre a naso, nascoste in una crepaccio roccioso fuori di vista.

Il reale problema non è fare fotografie alle foche. E' di fare fotografie significative. Voglio dire, una foca addormentata è più o meno un mucchio di pelliccia. Non puoi naturalmente, per rispetto degli animali, che stanno riposando dopo lunghe ore o giorni nell'acqua, e, sono sicuro, si stanno anche scaldando al sole dopo l'acqua fredda (e di nuovo l'essere subacqueo mi aiuta a capire tutto ciò). Non puoi, stavo dicendo, svegliarle ad urlacci. Devi trovarle e aspettare fino a che non arricciano il naso, fanno vibrare i baffoni e si svegliano. Spesso per grattarsi. Qualche volta allora ti guardano con assonnata gentile curiosità, strizzando gli occhioni.

Spesso, inclinando la testa all'indietro, come fossero ancora sott'acqua e tu fossi in superficie a guardar giù.

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New Zealand - 14 Aprile 2005 - Christchurch

Ora mi sto godendo Christchurch, bella città con un aspetto cooosì inglese. E non è per caso. E' stata fondata e costruita per essere così. Nel 1850 quattro navi piene di inglesi sono atterrate qui e così ecco nata Christchurch.

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Questa mattina ho preso la GONDOLA (leggi, funivia), su fino al Monte Cavendish (500 m). E sorpresa, un nome ben noto mi ha dato il benvenuto all'interno. Doppelmayr, ditta austriaca, l'ha costruita. Quante volte in giro per le Alpi Europee ho visto questo nome in circostanze simili! Senza il mare sotto, però!

State attenti. Vi promettono fotografie spettacolari ma non potete scattare quelle fotografie che vi mostrano perché ci sono un sacco di pali in mezzo, quando siete all'interno della balconata.

Così ho perso la pazienza e ho deciso di salire sulla montagna vicina per scattare foto che fossero DAVVERO belle.

Ho preso QUELLA strada (puntini rossi) e mi sono arrampicato fino a quelle antenne che si possono vedere, correndo ogni volta che potevo.

Le fotografie, però dovete ammettere, sono davvero spettacolose.

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Quindi, di nuovo in città, una lunga riposante passeggiata negli enormi Giardini Botanici, già con le foglie gialle che turbinano ad ogni alito di vento e fiori autunnali dappertutto.

L'Avon si annoda intorno ad esso e il punting (il muovere una barca spingendo con un bastone contro il fondo) è così romantico in questa stagione. Soprattutto quando è un'altra persona che fatica al posto tuo...

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Domani ho il volo di ritorno ad Auckland. E dopodomani ho il volo per Noumea, Nuova Caledonia.

Così, ritorno al Pacifico tropicale e arrivederci alla Nuova Zelanda, terra spettacolosa.

 

Ci vediamo in Nuova Caledonia!